È passata meno di una settimana dalla violenta perquisizione realizzata dalla polizia nella sede dell’associazione Linea d’Ombra ODV — anche abitazione privata della sua presidentessa Lorena Fornasir e del suo vicepresidente Gian Andrea Franchi — all’interno di un’indagine di larga scala su una supposta rete di passeur nella quale, a detta della Procura di Trieste, sarebbe coinvolto l’attivista. Ci sembra evidente che l’infame accusa rappresenta in realtà un tentativo di usare il potere giudiziario per attaccare una forma di solidarietà — quella che sostiene quotidianamente le persone protagoniste dei massacranti viaggi lungo i confini, a cui sono costrette dai governi europei — ormai troppo scomoda per i guardiani dell’ordine sociale.
Il ruolo che le associazioni svolgono nelle strade e nei mari mette infatti in luce in modo impietoso l’ipocrisia degli Stati europei, il meccanismo inumano dei confini tritacarne, utile soltanto alla produzione di nuovi schiavi, l’inconsistenza della retorica contrapposizione fra migranti regolari e irregolari in un sistema che obbliga chiunque alla clandestinità forzata.
Dopo aver tentato di colpire chi pratica la solidarietà lungo la Balkan route, a stretto giro è arrivato il turno di chi si organizza per tamponare l’altro grande massacro che avviene ai confini della Fortezza Europa — quello del Mediterraneo.
Ieri mattina all’alba, è scattata una vasta operazione di polizia contro Mediterranea Saving Humans, un’associazione senza scopo di lucro che dal 2018 promuove la pratica del soccorso civile in mare. La Procura di Ragusa (Sicilia), nota per la sua crociata contro le ONG che aiutano le persone migranti, ha coordinato perquisizioni in tutta Italia, in abitazioni, sedi sociali, e sulla nave Mare Jonio. Come indica la stessa associazione in un comunicato stampa rilasciato ieri, «le accuse sono pesanti, ma in realtà puntano a colpire la pratica del soccorso civile in mare».
In terra, in mare, a nord e a sud, le persone solidali si organizzano contro i massacranti confini di un’Europea che, dopo secoli di devastante colonialismo, si chiude a riccio e nega l’entrata nei suoi territori sulla base di criteri razzisti e classisti.
Noi saremo sempre schierati dalla parte della solidarietà, della libertà di movimento di tutte le persone, contro i confini.
Solidarietà e complicità alle compagne e ai compagni di Mediterranea!