Dopo il progetto Manhattan e lo sgancio della prima bomba atomica, un’ondata di consapevolezza aveva animato i dibattiti sull’asservimento dell’attività scientifica al potere e sulla sua non-neutralità. Da diversi anni non se ne sente quasi più parlare, né nelle accademie né negli ambienti critici ed alternativi.
La “Scienza” è oggi considerata colei che ci salverà da ogni male: dal cambiamento climatico alla pandemia, dalla fame nel mondo al riciclaggio dei materiali rari, dalla gestione delle scorie radioattive al bisogno intrinseco dell’economia capitalista di maggiore energia.
La “Scienza” assume, in questo contesto, l’aspetto di una religione ed è un’arma ideologica nelle mani di chi ha il potere. Asservita agli interessi dell’economia capitalista, la “Scienza” è strumento pratico indispensabile per attuare l’idea dominante di progresso.
Ma invece, sono proprio questa “Scienza” e questo modello di progresso quelli che causano i problemi che si propongono pubblicamente di risolvere, a beneficio di pochi e a discapito di molti, creando un mondo inquinato, ostile, misero e inabitabile.
Mentre i potenti del mondo discuteranno su come renderci più controllabili, noi ricominceremo a dibattere sulla non-neutralità della Scienza. Mentre penseranno a come farci ingoiare la pillola secondo cui la digitalizzazione è “sostenibile e inclusiva” (https://www.mise.gov.it/index.php/it/g20) noi parleremo di perché il capitalismo ha bisogno della digitalizzazione, delle conseguenze ecologiche, sociali e mortifere delle loro imposizioni digitali, delle contraddizioni dell’attività scientifica e di come queste si sono palesate anche nella gestione della pandemia.
Mentre i potenti del mondo mangeranno caviale a Miramare, venerdì 6 agosto alle 20:00, noi ci troviamo a San Giusto (Trieste).
Vi invitiamo a partecipare e diffondere.
Per una vita degna di essere vissuta per tutte/i che questi dibattiti ci aiutino a scendere nelle strade più consapevoli!