– ABBIAMO APERTO UNA BRECCIA ED È BELLISSIMA

Dopo giorni di riflessioni e discussioni, appesantiti dai fatti di cronaca degli ultimi giorni, vogliamo prendere parola e raccontare quello che è successo sabato scorso nell’ex Sacra Osteria di Campo Marzio dal nostro punto di vista. Abbiamo letto con attenzione tutto quello che è stato scritto e detto su giornali, telegiornali e social. Più che rispondere alle fake news (immancabili, come l’accusa di aver imbrattato la serranda di un’edicola già così dal 2015, come può facilmente verificare chiunque abbia Google Maps) o altre menzogne, vogliamo aggiungere qualche spunto, sperando di rendere più chiaro il perché del nostro gesto e perché non ci fermeremo qui.

Partiamo dal contesto in cui ci troviamo e in cui abbiamo agito: Trieste, una città dove noi stessi, con i nostri scarsi mezzi, abbiamo contato più di trecento edifici abbandonati, in condizioni più o meno fatiscenti, spesso tenuti vuoti se non pericolanti da proprietari in attesa del momento propizio per passare all’incasso.
A Trieste ci sono tredicimila case vuote, tra cui circa 600 dell’Ater e altre 300 e più del Comune (1), a fronte di un’emigrazione che viaggia tra le millecinquecento e le duemila persone all’anno, mentre tantissime/i triestine/i non riescono a trovare una casa. Lo stesso Comune è proprietario di tantissimi edifici vuoti e fatiscenti, della maggior parte dei quali cerca di sbarazzarsi svendendoli senza ritegno.

L’edificio di via Campo Marzio 13 (ex Sacra Osteria), che per qualche ora è stato la Breccia, fa parte di questo immenso mostro fatto di spazi lasciati morire: da ben sei anni lo stabile, che è di proprietà del Comune, è completamente inutilizzato, tranne per un breve intervallo di circa due settimane nel gennaio del 2015, quando ICS l’ha usato come ricovero di emergenza (2)(3). In breve, l’ex Sacra Osteria è un locale vuoto da anni, dopo essere passato da una gestione fallimentare all’altra, con risultati disastrosi (se qualcuno ha tempo da perdere, online si trovano ancora le recensioni dei clienti degli ultimi due anni di attività… utili a farsi un’idea: (4)(5)).

Al momento, l’ex Sacra Osteria è all’interno di una lista di venti grandi immobili (6) che da tempo il Comune ha messo all’asta, il più emblematico dei quali è sicuramente palazzo Carciotti, vuoto ormai da anni. Edifici di proprietà pubblica che non si vuole semplicemente trasferire a privati invece che mettere al servizio della città, ma proprio svendere. Le aste finiscono deserte da mesi e con ogni nuova asta si abbassa il valore degli immobili: ad esempio, il “prezzo” di palazzo Carciotti è sceso di 7,8 milioni di euro in un solo anno (7)(8). Questo è il modo di gestire gli spazi pubblici di un governo comunale che, nel frattempo, regala concessioni ai fortunati amici dei suoi rappresentanti, come la pizzeria gestita da amici dell’assessore Giorgi che pagavano 10 euro al mese di affitto (9).

Lorenzo Giorgi pare in effetti il vero esperto sul tema svendita del patrimonio pubblico, specie quando sfruttato dalla ristorazione. Ed è successo anche per l’ex Sacra Osteria: tre anni fa, l’assessore riferì dell’interessamento di due note catene di steakhouse(detto in maniera meno esotica: ristoranti per grigliate), annunciando lavori nell’area prima della liquidazione dell’immobile (10). Da allora, è calato il silenzio sulla Sacra Osteria, fino alla nostra occupazione, che ha strappato un nuovo commento all’assessore: sembra che da circa un anno si stia lavorando per riportare una non meglio precisata offerta enogastronomica nell’area (11). Non sappiamo cosa voglia dire, ma l’impressione è, per restare in tema gastronomico locale, che si tratti di “tante ciacole e poche fritole”.

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“Ma se vole(va)te uno spazio, perché non avete chiesto un permesso?” è una domanda che abbiamo sentito ripetutamente. La risposta è semplice: a lavare la testa all’asino, si perde acqua, tempo e sapone. Ovvero non ha senso cercare di parlare con un Comune che ha un modello di città distante anni luce dal nostro, basato unicamente ed esclusivamente sui rapporti commerciali, sulla privatizzazione del suolo pubblico, su un “decoro” che non è altro che razzismo, lotta alle persone impoverite, repressione culturale. Un’amministrazione che segue alla lettera gli schemi che il neoliberismo ha imposto ormai da decenni: usare lo Stato per arricchire i privati. Una giunta che proprio sul tema dello “spazio ai giovani” ha fin da subito mostrato la sua linea: cacciare e svendere, come sanno bene ragazze e ragazzi del Cut Trieste (Centro Universitario Teatrale), cacciati dalla loro storica sede per far spazio a una più lucrosa attività commerciale (12) Un’amministrazione che proprio pochi giorni fa ci ha dato l’ennesima dimostrazione che sul tema aggregazione giovanile desidera baretti, ristoranti e locali di ogni tipo, purché non siano luoghi dove si può stare senza consumare. Stiamo parlando di Casa Francol, per la quale erano disponibili fondi europei per farci un centro di aggregazione giovanile, che addirittura qualcuno voleva definire “centro sociale”: progetto che è stato accantonato per fare spazio a una “struttura ricettiva”, ovvero a un hotel (13), allineando Casa Francol al destino di qualsiasi grande costruzione vuota in centro a Trieste in questi anni.

È l’era del project financing, meravigliosa espressione per dire che il pubblico (cioè noi tutte/i) paga e ci mette l’immobile, il privato mette quel che manca e si prende tutto, a partire dai guadagni. E ora, con questa nuova espressione, ci si appresta a ulteriori svendite ai privati: il sindaco Dipiazza ha già annunciato la fase delle rotonde in concessione agli imprenditori (“un’ottantina” a suo dire) che le rimetteranno a posto sulle orme della Illy e Giorgi punta a svendere, tra le altre cose, il vecchio Gasometro (14)(15)(16)

Se qualcuno vuole provare a parlare con queste persone, prego: noi preferiamo usare il nostro tempo per fare cose più belle e interessanti, come aprire la Breccia. A questo modello di città abbiamo la pretesa di opporne un altro, basato su rapporti umani non commerciali, sulla solidarietà, sul mutuo appoggio: modi di fare e di vivere che ben difficilmente chi abita a Trieste ha l’opportunità di sperimentare, soprattutto negli ultimi anni.

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Veniamo alla mattina di sabato 28 settembre. Chi c’era ha cominciato da subito a mettere a posto e in sicurezza lo spazio. Sono state fatte grandi pulizie dei locali dell’ex Sacra Osteria, le grondaie sono state svuotate dalla melma che faceva filtrare la pioggia, rovinando il pavimento in legno. Pian piano abbiamo cominciato a immaginare come quegli spazi potessero diventare utili. La meravigliosa veranda avrebbe potuto ospitare lezioni di yoga, cineforum, un corso di sloveno, presentazioni e tanto altro; il forno sarebbe stato usato per laboratori e per fare pane e pizze per tutte/i; la piccola casetta come ciclofficina o falegnameria; una stanza per un “negozio” di vestiti gratis. Le diverse assemblee che si riuniscono in modo itinerante in città avrebbero trovato una nuova casa. Le porte della Breccia sarebbero state aperte a qualunque persona o gruppo con voglia di avviare progetti fuori dal mercato e da dinamiche razziste e sessiste. Un’assemblea generale avrebbe gestito il tutto, assemblea in cui avrebbero partecipato tutte/i le/gli abitanti della Breccia. Insomma, la Breccia sarebbe stata uno spazio che fosse opportunità per chi in città non ne trova tra leggi e regolamenti sempre più stringenti e liberticidi: qualcosa di diametralmente opposto alle logiche commerciali e mercantili, ai dettami del consumismo, alle dinamiche velenose che sperimentiamo ovunque, dai luoghi di lavoro a quelli dello “svago”, che oramai si presentano quasi tutti uniformati.

Purtroppo, le forze di polizia hanno usato tutta la loro forza per stroncare questo progetto sul nascere e riportare così “l’ordine e il decoro” che tanto piace ai rappresentanti comunali. Non c’è stato spazio per un minimo dialogo, l’operazione si è svolta in pochissimi minuti dopo l’arrivo dei primi agenti. Hanno sfondato porte, rotto vetri e ripristinato infine il silenzio cupo di un posto abbandonato che lentamente, ma inesorabilmente, decade nell’oblio e nell’incuria.

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A questo punto crediamo sia facile comprendere il perché per noi non finisce qua e non finisce così. Per noi sabato è stata un’esperienza importantissima per capire che abbiamo ragione, che è la cosa giusta e che vale la pena battersi. Sappiamo che in tutta la città tante altre persone cercano uno spazio così, lo vogliono, ne hanno bisogno e vogliono vederlo vivere. Un’etichetta come il nome di un singolo collettivo non sarà mai sufficiente per esprimere e contenere questa ricchezza e molteplicità, questa affinità e questa complicità che solo dentro spazi ed esperienze simili si creano, rafforzano e diffondono. Insomma, abbiamo solo un messaggio da ribadire: tanto lo rifacciamo. E presto ci saranno novità per l’autunno.

Concludiamo con una precisazione per chi ci vorrebbe “a casa nostra”: noi siamo tutte/i triestine/i, ma non in senso biologico; siamo triestine/i perché siamo meticce/i, come la città che tutti e tutte abitiamo, perché siamo nate/i a Trieste e altrove, ma in tutti i casi abbiamo trovato qui, per ora, una casa: una casa dove vogliamo creare delle vite che meritino di essere vissute. Contro il Nulla che avanza, anche a nordest.

Link:
  1. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2017/02/15/news/trieste-la-mappa-degli-immobili-sfitti-e-inutilizzati-di-proprieta-comunale-1.14882874
  2. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/01/22/news/riapre-la-sacra-osteria-ma-solo-per-i-profughi-1.10720344]
  3. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/01/21/news/profughi-trasferiti-all-ex-sacra-osteria-1.10710348
  4. https://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2014/03/03/news/la-sacra-osteria-sfrattata-dal-comune-deve-pagare-55mila-euro-1.8771487
  5. https://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2011/11/05/news/sacra-osteria-lavoratori-in-nero-1.1648225
  6. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2018/03/09/news/palazzi-appartamenti-e-terreni-un-bottino-da-80-milioni-di-euro-1.16572129
  7. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2018/06/22/news/trieste-palazzo-carciotti-all-asta-base-fissata-a-22-7-milioni-1.16989247
  8. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2019/04/15/news/la-terza-volta-di-palazzo-carciotti-asta-per-14-9-milioni-con-lo-sconto-1.30193476
  9. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2018/01/27/news/caso-pizzeria-l-assessore-giorgi-nella-bufera-1.16404009
  10. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/10/09/news/in-campo-marzio-corsa-all-acquisto-della-sacra-osteria-1.14222024
  11. https://www.triestecafe.it/centro-sociale-rigorosamente-illegale-sgombrato-giorgi-comportamento-non-accettabile-28-settembre-2019/
  12. https://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2017/09/14/nazionale-l-addio-del-cut-alla-storica-sede-di-cittavecchia-27.html
  13. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2019/09/25/news/scala-addio-passeggiata-e-case-vacanze-come-cambiera-l-angolo-crosada-francol-1.37508102
  14. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2019/10/02/news/ulivi-oleandri-e-sommaco-nell-angolo-green-di-via-flavia-1.37635689
  15. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2019/09/08/news/e-caccia-ai-privati-per-il-rilancio-del-gasometro-1.37429494
  16. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2019/09/27/news/spunta-una-cordata-di-imprenditori-pronta-a-gestire-il-mercato-coperto-1.37515859