Da Trieste alla Valsusa, la lotta continua!

Venerdì 16 aprile alcune/i compagne e compagni hanno raggiunto la Val di Susa per unirsi al campeggio resistente NoTav lanciato dopo i fatti di inizio settimana scorsa.
Nella notte tra lunedì e martedì, infatti, un migliaio di sbirri si sono riversati ancora una volta nella valle, questa volta per sgomberare manu militari il presidio all’ex Autoporto di San Didero inaugurato a metà dicembre. 
In barba a tutti i discorsi che da un anno sentiamo riguardo l’epidemia, le restrizioni agli spostamenti e agli assembramenti e sul coprifuoco, nottetempo un vasto dispiegamento di forze del disordine si è presentata per strappare i terreni della valle destinati al nuovo Autoporto vicino ai comuni di San Didero, Bruzolo, Bussoleno, San Giorio.
Dopo una notte di fronteggiamenti, alcuni NoTav sono riusciti a resistere sul tetto, mentre rapidamente operai e mezzi recintavano distruggendo i terreni sottratti. 
La risposta della valle è stata immediata, tra presidi e manifestazioni, culminata in un corteo altamente partecipato (oltre 4000 persone) e i diversi saluti ai resistenti.
Durante l’ultimo di questi saluti le truppe d’occupazione hanno risposto con violenza, tra idranti e lanci di lacrimogeni ad altezza uomo. In questo frangente Giovanna, una compagna NoTav, è rimasta gravemente ferita da un candelotto che l’ha colpita in faccia provocandole varie fratture al volto e due emorragie cerebrali.
Non è la prima volta che si  verifica un episodio di questa gravità in val di Susa. Soltanto qualche giorno prima, un altro militante NoTav aveva infatti riportato ferite alla testa in seguito all’impatto con un lacrimogeno.
Sparare lacrimogeni ad altezza uomo è una pratica che le truppe di occupazione utilizzano purtroppo da molti anni, causando nel tempo diversi ferimenti gravi come la perdita di un occhio e svariate fratture al volto e alla testa. A differenza di quanto riportato a livello mediatico, non si è trattato di un incidente, quindi, ma di un deliberato attacco delle forze dell’ordine. 
Oltre a ciò, una volta in ospedale, la compagna ha dovuto anche subire il comportamento indecente di un’operatrice, che ha tentato di colpevolizzarla e poi un tentativo di interrogatorio da parte della Digos, nuovamente a sfregio di ogni protocollo sanitario vigente anche a causa della pandemia.
È dalla notte dello sgombero che la polizia prova ad allontanare con azioni del genere chi difende questa terra.
A Giovanna, ai resistenti ed al movimento NoTav va tutta la nostra solidarietà e complicità.
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–> Prossime iniziative: SABATO 24 APRILE 2021 ORE 17:30 – MOMENTO INFORMATIVO SUI LAVORI PER IL NUOVO AUTOPORTO DI SAN DIDERO https://www.facebook.com/events/772294050087273/

–> Altre info: https://www.notav.info

A SARÀ DÜRA!