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– SIAMO IN GUERRA: STORIA DI UNA STRAGE

L’epidemia da Coronavirus, tra le tante cose, ci consegna anche la temperatura della questione sociale nel nostro paese. Il contagio biologico è stato solo il terreno – devastante – su cui si è innestata la coltura del virus sociale. Ci dicono che siamo in guerra contro un nemico invisibile: in realtà, ce ne sono diversi che senza alcun pudore si sono messi in mostra.

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– QUESTIONARIO SUL LAVORO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Siamo un gruppo di ragazze e ragazzi di Trieste. Stiamo anche noi vivendo questo periodo di emergenza con le difficoltà che ne sorgono. Vorremmo farci un’idea della situazione lavorativa attuale e delle aspettative di chi lavora durante questa crisi, senza la pretesa di fornire una fotografia accurata della situazione che ci circonda, ma con l’unico intento di raccogliere testimonianze e capire assieme se i disagi che soffriamo sono condivisi.
Il questionario è assolutamente anonimo.
Nel caso avessi più di un lavoro, per favore compila un formulario per ogni impiego.

Per compilare il questionario vai al link:
https://framaforms.org/questionario-sul-lavoro-ai-tempi-del…

– NON SI VIVE DI SOLO PANE!

Hai bisogno di qualche commissione (spesa, farmacia, ecc) , di gel igienizzante per le mani, di portare a spasso il cane o semplicemente vuoi parlare della situazione che stai vivendo?

Organizziamo pratiche di solidarietà dal basso!

In questi tempi di quarantena emerge più che mai il bisogno che abbiamo l’uno dell’altr*, in particolare per chi è più vulnerabile o sta subendo le conseguenze delle restrizioni attuate, ad esempio chi ha perso il proprio lavoro. Organizziamoci assieme per rispondere ai nostri bisogni, produrre ciò che ci serve e non farci soppraffare dall’isolamento.

 

Scrivici sulla pagina facebook fb@collettivotilt o alla mail collettivotilt@gmail.com.
Prenderemo tutte le precauzioni del caso per tutelare la tua e la nostra salute.

– RADIO QUARANTENA

Sono trascorsi alcuni giorni dall’entrata in vigore in Italia del dpcm 11 marzo 2020 (quello del cosiddetto lockout, causato dall’epidemia di coronavirus), ma nessuna di noi si è fermata.
Nel momento complicato che stiamo vivendo, sorge infatti una duplice esigenza: da un lato, quella di dotarci di strumenti teorici in grado di comprendere l’attuale situazione di crisi, al fine di cogliere la dimensione politica in cui risulta immersa; dall’altro, quella di reinventare un’organizzazione che ci consenta di superare la condizione di isolamento generata dalla chiusura di gran parte dei luoghi nei quali si svolge normalmente il contatto umano (fabbriche e luoghi di detenzione a parte, è superfluo sottolinearlo) e contrastare gli effetti della quarantena a cui effettivamente e volontariamente ci sottoponiamo.
Tante di noi hanno perciò continuato a studiare, a discutere e ad organizzarsi, seppur attraverso i limitati e contraddittori strumenti telematici di cui disponiamo.
Per fare ciò, siamo partite dai nostri bisogni e dalle conseguenze economiche e sociali – causate dalle misure adottate su iniziativa delle istituzioni nazionali e sovranazionali, nella gestione di questa emergenza – che hanno colpito noi stesse e le persone a noi più vicine.

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– RIMANDIAMO LA PRESENTAZIONE DI “STOP AL PANICO!” – I PERCHÉ DI UNA SCELTA

[vi ricordiamo che potete seguire le nostre iniziative, attività, ecc anche sul canale Telegram https://t.me/sullabreccia]

Ci siamo confrontati in modo articolato in questi giorni su cosa fare – vista l’ordinanza regionale che vieta qualsiasi manifestazione e incontro pubblico per via dell’allarme sul coronavirus – rispetto alla presentazione del 28 febbraio di “Stop al panico! Manuale di autodifesa dalla repressione” alla presenza degli autori dell’Associazione di mutuo soccorso di Bologna. A maggior ragione per i temi che volevamo affrontare: repressione e sicurezza.

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– LA GUERRA COMINCIA QUI: STA A NOI FERMARLA!

Oggi a Genova portuali e solidali stanno cercando di bloccare l’attracco di una nuova nave carica di armi, la Bahri Yanbu.
Trieste non è esclusa dalle ramificazioni del complesso militare-industriale. Questa mattina abbiamo provato a volantinare al molo IV del porto di Trieste con qualche difficoltà.

Blocchiamo i meccanismi di morte della guerra! Aiutateci nella diffusione!

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– SETTIMANA DI AZIONI E MOBILITAZIONI PER LA CHIUSURA DI TUTTI I CPR

Sappiamo chi è Stato.

Dopo l’uccisione di Vakhtang e le false notizie diffuse dalla stampa ufficiale, dopo la verità confessata dai detenuti e il rimpatrio immediato degli stessi (unici testimoni dell’accaduto), questa mattina è stato ricevuto un foglio di via da Gradisca.

L’esigenza di insabbiare la verità, pur di difendere uno Stato assassino, è chiara più che mai.

Spetta a noi non permettere che l’omicidio di Vakhtang passi sotto silenzio e fare il possibile affinché tutti i CPR chiudano per sempre.

Accogliamo e diffondiamo la chiamata, lanciata dall’assemblea No Cpr e no frontiere – FVG, di UNA SETTIMANA DI AZIONI E MOBILITAZIONI IN TUTTI I TERRITORI.

– I LAGER UCCIDONO, CHIUDERE I CPR SUBITO!

È notizia di poco fa che un migrante recluso nel Cpr di Gradisca è morto in seguito a un malore mentre si trovava nella cd “zona rossa”, dove era stato portato in seguito alle proteste dei giorni scorsi.
In questo momento solidali si stanno raggruppando sotto alle mura del lager di Gradisca per portare solidarietà ai reclusi: invitiamo tutte e tutti a raggiungere lo spiazzo davanti all’ex caserma Polonio per mostrare la nostra rabbia e la vicinanza a chi è recluso in questa galera etnica.

https://www.facebook.com/meltingpoteuropa/posts/2938722146159493